TRANSITO DELLA BEATA VERGINE MARIA *
(Recensione lat. A)

[1] Nel tempo che precedette la passione del Signore tra le molte cose che la madre domandò al figlio, ci sono quelle riguardanti il suo transito.

Lei lo interrogò in questi termini: "Carissimo figlio mio, io supplico la tua santità affinché quando giungerà il tempo in cui la mia anima uscirà dal corpo tu me lo faccia sapere tre giorni prima e tu, mio amato figlio, la prenda con i tuoi angeli".

[2] Egli gradì la supplica della sua amata madre, e le rispose: "Abitazione e tempio del Dio vivo, madre benedetta, regina di tutti i santi e benedetta tra tutte le donne, come tu sai, prima che tu mi portassi nel tuo seno, io ti ho custodito sempre e ti cibai ogni giorno con il mio cibo angelico. Come potrei abbandonarti, dopo che mi hai portato e nutrito, dopo che mi hai trasportato durante la fuga in Egitto e hai sopportato per me molte angustie? Sappi che i miei angeli ti custodirono sempre e ti custodiranno fino al tuo transito. Dopo che, come sta scritto, avrò sostenuto la passione per gli uomini, nel terzo giorno risorgerò e dopo quaranta giorni salirò in cielo. Quando mi vedrai venire da te con gli angeli e gli arcangeli, con i santi, con le vergini e con i miei discepoli, sappi che la tua anima si separerà dal corpo ed io la porterò in cielo dove non avrà più né angustia né tribolazione alcuna".

[3] Allora lei si rallegrò e raggiante di gioia baciò le ginocchia di suo figlio, e benedisse il creatore del cielo e della terra, che per mezzo di Gesù Cristo, suo figlio, le aveva fatto un tale dono.

[4] Nel secondo anno dopo l'esecuzione del Signore nostro Gesù Cristo, mentre la beatissima vergine Maria era perseverante giorno e notte nella preghiera, tre giorni prima che morisse andò da lei l'angelo del Signore e la salutò dicendo: "Salve, Maria, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio". Le disse ancora: "Prendi questa palma che ti manda il Signore". Con grande gioia e ringraziando Dio prese la palma mandatale da Dio per mezzo dell'angelo.

L'angelo del Signore le disse: "Di qui a tre giorni avrà luogo la tua assunzione". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio".

[5] Chiamò allora Giuseppe dalla città di Arimatea e gli altri discepoli del Signore, ai quali si unirono i parenti e gli amici, e a tutti i presenti notificò loro il suo transito.

Poi la beata Maria si lavò, si vestì come una regina e attese la venuta di suo figlio, come le aveva promesso. Pregò tutti i parenti di tenerle compagnia e di offrirle conforto. Aveva con sé le tre vergini Seforo, Abigea e Zael, poiché i discepoli del Signore nostro Gesù Cristo erano già dispersi per tutto il mondo a predicare al popolo di Dio.

[6] All'ora terza, mentre la regina Maria se ne stava in camera sua, si udirono forti tuoni con pioggia, lampi, sconvolgimenti e terremoti. Improvvisamente, da Efeso fu trasportato Giovanni evangelista e apostolo: entrò nella camera della beata Maria e la salutò dicendo: "Salve, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio", ed alzatasi baciò san Giovanni.

Poi la beata Maria gli domandò: "O figlio carissimo, perché mi hai lasciato per così tanto tempo e non hai osservato gli ordini del tuo Maestro custodendomi come ti aveva ordinato mentre pendeva dalla croce?". Ma egli, inginocchiato, le chiedeva perdono. Allora la beata Maria lo benedisse e nuovamente lo baciò.

[7] E mentre voleva interrogarlo donde veniva e per qual motivo si trovava a Gerusalemme, ecco che una nube condusse tutti i discepoli del Signore davanti alla porta della camera della beata Maria, ad eccezione di Tomaso, detto Didimo. Entrarono, salutarono la regina e l'adorarono dicendo: "Salve Maria, piena di grazia! Il Signore è con te". Ella subito si alzò, s'inchinò, li baciò e rese grazie a Dio.

[8] Questi sono i nomi dei discepoli del Signore che furono trasportati sulla nube: Giovanni, evangelista, e Giacomo, suo fratello, Pietro e Paolo, Andrea, Filippo, Luca, Barnaba, Bartolomeo e Matteo, Mattia detto Giusto, Simone Cananeo, Giuda e suo fratello, Nicodemo, Massimiano e molti altri che non si possono elencare.

[9] La beata Maria domandò allora ai suoi fratelli: "Che cosa c'è che siete venuti tutti a Gerusalemme?". Pietro rispose: "Siamo noi che dobbiamo domandarlo a te, e tu lo domandi a noi? Certo è che nessuno di noi sa perché siamo giunti qui con così tanta velocità. Ero ad Antiochia, ed ora eccomi qua!".

E tutti dissero dove si trovavano in quel giorno e tutti erano stupiti di trovarsi là e di sentire tali cose.

[10] La beata Maria disse loro: "Prima che sostenesse la passione, pregai mio figlio affinché alla mia morte foste presenti sia lui che voi; ed egli mi concesse questo favore. Sappiate dunque che domani avrà luogo il mio transito. Vegliate e pregate con me, affinché, quando il Signore verrà a prendere la mia anima, vi trovi vigilanti". Tutti promisero di vegliare: vegliarono e pregarono tutta la notte con salmi e canti, in mezzo a grandi luci.

[11] All'ora terza della domenica, come lo Spirito santo era disceso sugli apostoli in una nube così discese Cristo con una moltitudine di angeli e prese l'anima della sua diletta madre: vi fu un grande chiarore ed un profumo soavissimo mentre gli angeli cantavano il Cantico dei cantici, là ove il Signore dice: "Come un giglio tra le spine, così l'amica mia tra le figlie".

Tutti i presenti caddero bocconi, come erano caduti gli apostoli allorché Cristo si trasfigurò davanti a loro sul monte Tabor; e per tutto lo spazio di un'ora e mezzo, nessuno poté alzarsi.

[12] Poi disparve il chiarore e con il chiarore fu assunta in cielo l'anima della beata Maria vergine con salmi, inni e (espressioni) del Cantico dei cantici. Mentre la nube saliva, tremò tutta la terra e, in un istante, tutti i gerosolimitani videro chiaramente la morte della santa Maria.

[13] Nello stesso tempo entrò in loro Satana e incominciarono a riflettere che cosa dovevano fare del suo corpo. Presero i mezzi per bruciare il suo corpo e uccidere gli apostoli poiché da lei, ma a causa dei loro peccati, avevano avuto inizio le dispersioni di Israele e la riunione con i gentili. Ma furono colpiti da cecità: andavano a sbattere la testa contro le pareti e cozzavano l'un contro l'altro.

[14] Gli apostoli, colpiti da tanto splendore, s'alzarono salmodiando e iniziarono il trasporto del corpo santo dal monte Sion alla valle di Giosafat.

Erano giunti a metà strada allorché un Ebreo, di nome Ruben, voleva gettare a terra il venerabile feretro con il corpo della beata Maria. Ma le sue mani rimasero secche all'altezza di un cubito e, volente o nolente, discese fino nella valle di Giosafat piangendo e gridando: le sue mani restavano, infatti, dirette verso il feretro e non riusciva a ritrarle.

[15] Prese dunque a supplicare gli apostoli affinché lo salvassero con le loro preghiere e fosse fatto cristiano. Allora gli apostoli piegarono le ginocchia e supplicarono il Signore di perdonarlo. E subito, guarito, rese grazie a Dio, baciò i piedi della regina di tutti i santi e degli apostoli, nello stesso luogo fu battezzato e iniziò a predicare il nome del Signore nostro Gesù Cristo.

[16] Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con grande onore, piangendo e cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi un'improvvisa luce celeste li circondò e caddero a terra, mentre il corpo santo fu assunto in cielo dagli angeli.

[17] Allora il beatissimo Tomaso fu condotto improvvisamente al monte degli Ulivi, vide il beatissimo corpo che se ne andava in cielo e prese a gridare: "O madre santa, madre benedetta, madre immacolata, se ho trovato grazia, andando tu in cielo, rallegra il tuo servo per mezzo della tua misericordia". Ed ecco che dal cielo fu gettato al beato Tomaso il cordone con il quale gli apostoli avevano legato il corpo santissimo. Egli lo prese, lo baciò, rese grazie a Dio e se ne ritornò nella valle di Giosafat.

[18] Qui trovò tutti gli apostoli e un'altra grande folla che si batteva il petto a causa dello splendore visto. Appena si videro si baciarono, ed il beato Pietro gli disse: "E' proprio vero che tu sei sempre duro e incredulo. A motivo della tua incredulità, Dio preferì che tu non fossi con noi alla sepoltura della madre del Salvatore".

Egli si batté il petto e disse: "So e credo fermamente di essere sempre stato un uomo cattivo e incredulo. Domando dunque perdono a tutti voi per la mia durezza e incredulità". E tutti pregarono per lui.

[19] Poi il beato Tomaso disse: "Dove avete messo il suo corpo?". Essi gli additarono la tomba. Ma lui rispose: "Là non c'è il corpo che è detto santissimo".

Il beato Pietro gli rispose: "Già l'altra volta non hai voluto credere alla risurrezione del nostro Signore e Maestro fino a quando non hai visto e toccato con le tue dita, come potresti credere a noi che ti diciamo che il corpo è là?". Ma egli insistette: "Il corpo là non c'è!".

Allora, quasi stizziti, andarono alla tomba che era nuova e scavata nella roccia, e tolsero la pietra. Ma il corpo non lo trovarono, e non sapevano che dire, vinti com'erano dalle parole di Tomaso.

[20] A sua volta il beato Tomaso, che vestiva ancora i paramenti sacerdotali, riferì loro come mentre stava cantando la messa, in India, senza che se ne avvedesse, la parola di Dio lo trasportò sul monte degli Ulivi dove vide salire in cielo il santissimo corpo della beata Maria e le chiese di dargli una benedizione, come ella avesse esaudito la sua supplica e gli avesse gettato il cordone che la cingeva; e fece vedere il cordone a tutti.

[21] Gli apostoli, alla vista del cordone con il quale l'avevano legata, glorificarono Dio e tutti domandarono perdono al beato Tomaso per la benedizione datagli dalla beata Maria e per l'aver egli visto il corpo santissimo salire nei cieli. Il beato Tomaso li benedisse ed esclamò: "Quanto è bella e lieta la concorde convivenza dei fratelli".

[22] La nube che li aveva trasportati, fu la stessa che riportò ognuno al suo posto. Come era accaduto a Filippo quando battezzò l'eunuco, secondo quanto si legge negli Atti degli apostoli, e come Abacuc dopo avere portato il cibo a Daniele nella fossa dei leoni se ne ritornò poi subito in Giudea, così anche gli apostoli ritornarono subito a predicare al popolo di Dio, dove erano prima.

[23] Non desta meraviglia che abbia compiuto questo colui che entrò in un utero chiuso ed uscì da una vergine, colui che entrò dagli apostoli a porte chiuse, colui che diede l'udito ai sordi, risuscitò i morti, purificò i lebbrosi, diede la vista ai ciechi e compì molti altri miracoli. Questo si ha da credere senza alcun dubbio.

[24] Io sono Giuseppe che ho posto il corpo del Signore nel mio sepolcro e lo vidi risorto, e prima e dopo l'ascensione del Signore ho sempre custodito il suo tempio santissimo, la beata sempre vergine Maria.

Sulla carta e nel mio cuore scrissi quanto è uscito dalla bocca di Dio e il modo con cui avvennero le cose sopraddette, notificando a tutti, Ebrei e gentili, le cose viste con i miei occhi e udite con le mie orecchie, e fino a quando vivrò non cesserò di predicarle.

Preghiamo con perseveranza colei la cui assunzione è oggi venerata e celebrata in tutto il mondo, affinché ci ricordi in cielo, davanti al suo piissimo figlio, al quale sia lode e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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