Ecco cosa serve per ripartire economicamente e socialmente
Per ripartire servono solo poche cose : molta volontà politica e apertura mentale. Se il popolo è sempre più povero e misero, se i ricchi non sanno dove mettere i loro denari la colpa è di una politica economico finanziaria abbandonata a se stessa ma forse è meglio liberticida. La nostra economia potrà ripartire quando capiremo che le tasse sul lavoro sono arrivate ad un punto di rottura che può solo portare al fallimento come finora dimostrano le aziende che chiudono. Bisogna tornare alle origini quando le tasse non superavano il 20 % del guadagno e così quelle sui contributi lavorativi. Per far funzionare la macchina statale, che in teoria è al nostro servizio non occorrono tutti quei soldi che ci fanno credere. Poi bisognerebbe privilegiare i nostri prodotti e tassare i prodotti che vengono dall'estero con una tassa detta "equosolidale" dato che i prodotti stranieri costano poco perché gli operai vengono sfruttati e pagati miseramente. Perciò questi prodotti devono costare in Italia quanto costano i nostri prodotti aggiungendo una tassa che li porta a costare quanto i nostri. Esempio un prodotto italiano costa 10,00, lo steso prodotto straniero costa 5, su questo prodotto si mette un tassa del 100% perciò viene venduto 10,00 come quello italiano e parte della tassa riscossa il 20% viene accantonata in un fondo a disposizione degli aiuti ai paesi del terzo mondo, così facciamo anche beneficenza. Il compratore tra i due prodotti che costano uguale comprerà quasi certamente quello italiano aumentando così le richieste e le commesse alle nostre industrie che avranno bisogno di nuovi operai... Gli stipendi degli operai dovranno essere riallineati all'inflazione come succedeva una volta con l'indennità di contingenza o scala mobile,in modo da mantenere i consumi sempre sullo stesso piano e non come oggi che calano fortemente perché non ci sono gli stipendi adeguati. Rivedere i massimali degli stipendi dei privati e dei politici che non salgano oltre una certa cifra congrua per tutti. Chi avrà posti di responsabilità potrà riscuotere di più ma non oltre due o tre volte volte lo stipendio medio. I politici invece avranno uno stipendio uguale a quello che avevano nel privato, dato che il posto di lavoro gli viene mantenuto. L'unica cosa in più avranno delle facilitazioni o esenzioni su affitti o buoni benzina, ferrovie ecc, su tutto ciò che serve loro per svolgere le loro funzioni. Gli appalti o opere fatte per il pubblico devono avere gli stessi costi che per i privati, non è possibile che una lampadina o un siringa costino il doppio e anche il triplo che al privato. E questo su tutti i servizi e merci. Gli appalti devono costare quanto ai privati e chi non rispetta i tempi deve pagare una penale e terminare l'opera a sue spese..
Poi bisognerebbe mettere in atto un "concordato" per lo stato italiano, come fanno le aziende in difficoltà cosa ammessa anche dalla legislazione vigente. Funziona così, una ditta che ha dei debiti invece di pagare il 100% del debito paga il 40% o 50 % e qualche volta anche meno e tutto ricomincia da capo. Perciò per il nostro debito che è e di circa
2.241.880.063,000 lo stato pagherebbe al 40 % i
creditori 896.752.025,00. Un bel risparmio !!! Soldi certamente recuperabili con le tasse normali del 20 % sul reddito. Insomma i modi ci sono, manca solo la volontà e il coraggio di andare contro i potenti e il mondo della finanza che deve eseguire le regole dello stato e non il contrario come succede ora. In fin dei conti loro sono il 10 % sono siamo il 90% e non credo che il 90% debba continuare ad essere succube del 10 % non è razionale e solo dittatoriale! Henry
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