Un autore sollecita invano l'indulgenza del pubblico, la pubblicazione infatti è lì a smentire questa pretesa modestia. Egli ottiene maggior favore rimettendosi alla giustizia, alla pazienza, all'imparzialità dei suoi lettori. Ma è soprattutto a quest'ultima disposizione che l'autore della presente opera si appella. Avendo spesso sentito parlare, in Francia, di scritti, di opinioni, di sentimenti veramente francesi, ha ragione di temere, presentando i fatti realmente come sono e non mostrando stima che per i sentimenti e le opinioni che sono veri dappertutto, di aver armato contro di sé quel sentimento d'intolleranza che da qualche tempo vediamo eretto come virtù, sebbene il suo carattere sia molto equivoco. Infatti, che cosa diventerebbero la storia, la morale, la scienza perfino e le lettere, qualora dovessero essere veramente tedesche, veramente russe o italiane, veramente spagnole o inglesi, non appena si fosse oltrepassato il Reno, le montagne o la Manica? Cosa pensare di questa giustizia e di queste verità geografiche? Quando vediamo espressioni quali dedizione veramente spagnola, virtù veramente inglesi usate seriamente nei discorsi dei patrioti stranieri, sarebbe veramente tempo di diffidare del sentimento che ne detta, altrove, di assolutamente simili. A Costantinopoli e presso tutti i popoli barbari, questa parzialità cieca ed esclusiva per il proprio paese è un furore che richiede del sangue; nei popoli civili, è una vanità sorfferta, infelice, inquieta, disperata quando la si ferisce appena.
LIBRO PRIMO
I -SULL'AMORE
Cerco di capire questa passione nella quale tutti gli sviluppi sinceri
portano il segno della bellezza.
Ci sono quattro amori diversi:
1.. L'amore-passione, che è quello della monaca portoghese, di Eloisa
per Abelardo, del capitano di Vésel, e della guardia di Cento.
2. L'amore-gusto, che regnava a Parigi intorno al 1760, e che troviamo nelle
memorie e nei romanzi dell'epoca, in Crébillon, Lauzun, Duclos, Marmontel,
Chamfort, la signora d'Epinay ecc... ecc...
È un quadro questo dove tutto, persino le ombre,deve essere tinteggiato
di rosa, in cui non deve comparire nulla di spiacevole per nessuna ragione,
sotto pena di mancare di pratica del mondo, di buone maniere, di finezza
ecc. Un uomo di rango sa in anticipo tutti i procedimenti che deve usare
e incontrare nelle diverse fasi di questo amore; e poiché niente
è qui passione e imprevisto, questo sentimento ha spesso più
delicatezza dell'amore vero perché è sempre provvisto di molta
intelligenza; è una miniatura fredda e graziosa paragonata a un quadro
dei Carracci, e mentre l'amorepassione ci trasporta al di là di ogni
nostro interesse, l'amore-gusto sa sempre conformarvisi. È vero che
se si toglie a questo povero amore la vanità, di lui resta ben poca
cosa; una volta privato della vanità è un convalescente indebolito
che può appena trascinarsi.
3. L'amore fisico.
A caccia, si trova una bella contadina fresca che fugge nel bosco. Tutti
conoscono l'amore fondato su questo tipo di piaceri. Per quanto arido e
misero ne sia il carattere, si incomincia così a sedici anni.
4. L'amore di vanità.
L'immensa maggioranza degli uomini, soprattutto in Francia, desidera una
moglie alla moda, come si possiede un bel cavallo, in quanto cosa necessaria
al lusso di un giovanotto. La vanità, più o meno lusingata,
più o meno eccitata, fa nascere degli slanci. Qualche volta è
accompagnata dall'amore fisico ma non sempre ; spesso non c'è neppure
il piacere fisico. Una duchessa ha sempre soltanto trent'anni per un borghese,
diceva la duchessa di Chaulnes; e gli assidui della corte di quell'uomo
giusto che fu il re Luigi d'Olanda si ricordano ancora con divertimento
una bella signora dell'Aia che non riusciva a non trovare affascinante un
uomo che fosse duca o principe. Ma, fedele al principio monarchico, non
appena a corte arrivava un principe, si liquidava il duca: ella era come
la decorazione del corpo diplomatico.
Il caso più fortunato di questa piatta relazione è quello
in cui il piacere fisico è accresciuto dall'abitudine. I ricordi
fanno allora assomigliare questa relazione all'amore; c'è il puntiglio
dell'amor proprio e la tristezza quando si è lasciati ; e, presi
alla gola da idee da romanzo, ci si crede innamorati e malinconici, poiché
la vanità aspira a reputarsi grande passione. Quel che è certo
è che, a qualunque genere d'amore si debba il piacere, dal momento
in cui c'è esaltazione dell'anima, esso è vivo e il suo ricordo
travolgente; e in questa passione, al contrario della maggior parte delle
altre, il ricordo di ciò che si è perduto sembra sempre al
di sopra di ciò che ci si può attendere dall'avvenire.
Qualche volta nell'amore di vanità l'abitudine o il disperare di
trovare di meglio producono una sorta d'amicizia, la meno piacevole di tutte
le specie: si vanta della sua sicurezza ecc...
Il piacere fisico, essendo nella natura, è conosciuto da tutti, ma
non occupa che un posto subordinato agli occhi delle anime tenere e appassionate.
Così, se è vero che esse hanno dei lati ridicoli in società,
e se spesso la gente di mondo, coi suoi intrighi, le rende infelici, in
compenso esse conoscono gioie per sempre inaccessibili ai cuori che palpitano
solo per la vanità o per il denaro. Alcune donne virtuose e tenere
non hanno quasi idea dei piaceri fisici; esse vi si sono raramente esposte,
se si può parlare così, e anche in quel caso gli slanci dell'amore-passione
hanno quasi fatto loro dimenticare i piaceri del corpo.
Ci sono uomini vittime e strumenti d'un orgoglio infernale, un orgoglio
all'Alfieri. Questi, che forse sono crudeli, perché, come Nerone,
tremano sempre, giudicando tutti gli uomini sulla misura del proprio sentimento,
questi, dico, non possono raggiungere il piacere fisico se non in quanto
sia accompagnato dalla più grande soddisfazione possibile dell'orgoglio,
cioè se non in quanto essi esercitino delle crudeltà sulla
compagna dei loro piaceri. Da qui gli orrori di Justine. Questi uomini non
trovano a minor prezzo il sentimento della sicurezza.
Per il resto, invece di distinguere quattro amori diversi, se ne possono
benissimo ammettere otto o dieci sfumature. Ci sono forse tra gli uomini
tanti modi di sentire che di vedere, ma queste differenze di nomenclatura
non cambiano in nulla i ragionamenti che seguono. Tutti gli amori che si
possono vedere sulla terra, nascono vivono e muoiono, o si elevano all'immortalità,
seguendo le stesse leggi.
II SULLA NASCITA DELL'AMORE
Ecco cosa succede nell'animo:
1. L'ammirazione.
2. Ci si dice: che piacere darle baci, riceverne ecc.
3. La speranza.
Si studiano le perfezioni: è in questo momento che una donna dovrebbe
arrendersi, perché il piacere fisico sia più grande possibile.
Anche nelle donne più riservate gli occhi arrossiscono nel momento
della speranza; la passione è così forte, il piacere così
vivo che si tradisce attraverso dei segni evidenti.
4. L'amore è nato.
Amare è provare piacere nel vedere, toccare, sentire con tutti i
sensi, e da tanto vicino quanto è possibile un oggetto amabile e
che ci ama.
5. Comincia la prima cristallizzazione.
Ci si compiace di ornare di mille perfezioni una donna del cui amore si
è sicuri; si analizza nei minimi particolari la propria felicità
con una compiacenza infinita. Il che si riduce poi ad esagerare la portata
di una magnifica proprietà, che ci è appena caduta dal cielo,
che non si conosce, ma del cui possesso siamo certi.
Lasciate lavorare la testa di un amante per ventiquattr'ore, ed ecco cosa
troverete. Alle miniere di sale di Salisburgo, si getta, nelle profondità
abbandonate della miniera, un rametto d'albero spoglio a causa dell'inverno;
due o tre mesi dopo lo si ritrae coperto di cristallizzazioni brillanti:
i rami più piccoli, quelli che non sono più grossi della zampina
di una cinciallegra, sono guarniti d'una infinità di diamanti, mobili
e abbaglianti; è impossibile riconoscere il rametto primitivo.
Quel che chiamo cristallizzazione, è l'operazione dello spirito che
trae da tutto ciò che si presenta la scoperta di nuove perfezioni
nell'oggetto amato. Un viaggiatore parla della freschezza dei boschi d'aranci
a Genova, sulla riva del mare, nei giorni brucianti dell'estate; che piacere
gustare questa freschezza con lei!
Un vostro amico si rompe un braccio a caccia; com'è dolce ricevere
le cure di una donna che si ama! Essere sempre con lei e vederla amarvi
continuamente, farebbe quasi benedire il dolore; e partite dal braccio rotto
dell'amico, per non più dubitare dell'angelica bontà della
vostra innamorata. In una parola, basta pensare a una perfezione per vederla
in ciò che si ama.
Questo fenomeno, che mi permetto di chiamare cristallizzazione viene dalla
natura che ci ordina di provar piacere e che ci fa salire il sangue al cervello,
per il sentimento che i piaceri aumentano con le perfezioni dell'oggetto
amato, e per l'idea: ella è mia. Il selvaggio non ha tempo d'andare
al di là del primo punto. Prova piacere, ma l'attività del
suo cervello è impegnata a seguire il daino che fugge nella foresta
e con la cui carne egli deve ristorare le sue forze al più presto,
se non vuol cadere sotto l'ascia del suo nemico.
All'altro estremo della civiltà, io non dubito che una donna tenera
arrivi al punto di trovare il piacere soltanto con l'uomo che ama.
È l'opposto del selvaggio. Ma nelle nazioni civili essa ha del tempo
libero mentre il selvaggio è così occupato alle sue faccende
che è obbligato a trattare la sua femmina come una bestia da soma.
Se le femmine di molti animali sono più felici, dipende dal fatto
che i mezzi di sussistenza dei maschi sono più sicuri.
Ma lasciamo le foreste per tornare a Parigi. Un uomo appassionato vede tutte
le perfezioni in ciò che ama; e tuttavia l'attenzione può
essere distratta, perché l'animo si sazia di tutto ciò che
è uniforme, persino della perfetta felicità. Ecco ciò
che sopraggiunge a fissare l'attenzione:
6. Nasce il dubbio.
Dopo che dieci o dodici sguardi, od ogni altra serie d'azioni che possono
durare un momento come parecchi giorni, hanno dapprima dato e poi confermato
le speranze, l'amante, ripresosi dal suo primo stupore e abituatosi alla
sua felicità, oppure guidato dalla teoria che, per esser sempre basata
sui casi più frequenti, non si occupa che delle donne facili, l'amante
dico, chiede dei pegni più sicuri e vuole forzare la sua felicità.
Gli viene opposta dell'indifferenza, della freddezza o anche della collera,
se mostra troppa sicurezza; in Francia una sfumatura d'ironia che sembra
dire: "Vi credete più avanti di quanto non siate." Una
donna si comporta così, sia che si riprenda da un momento di ebbrezza
e obbedisca al pudore ch'essa teme d'aver infranto, sia semplicemente per
prudenza o per civetteria.
L'amante arriva fino a dubitare della felicità che si riprometteva;
diventa severo sulle ragioni di sperare che ha creduto intravedere.
Vuole ripiegare sugli altri piaceri della vita, li trova nullificati. Il
timore d'una infelicità terribile lo afferra e con lei l'attenzione
profonda.
7. Seconda cristallizzazione.
Allora comincia la seconda cristallizzazione che produce come diamanti delle
conferme a quest'idea:
Ella mi ama.
In ogni quarto d'ora notturno susseguente alla nascita dei dubbi, dopo un
attimo di orrenda infelicità, l'amante si dice: "Sì,
mi ama"; e la cristallizzazione si volge alla scoperta di nuovi incanti;
poi il dubbio dall'occhio stralunato s'impadronisce di lui e lo arresta
di colpo, facendolo trasalire. Il suo petto dimentica di respirare. Egli
si dice: "Ma lei, mi ama?"
In mezzo a queste alternative strazianti e deliziose, il povero amante sente
vivamente: Ella mi darebbe piaceri tali che lei sola al mondo può
darmi.
È l'evidenza di questa verità, è questo trovarsi sul
bordo estremo d'un precipizio orribile, mentre si tocca con l'altra mano
la perfetta felicità, che conferisce tanta superiorità alla
seconda cristallizzazione rispetto alla prima.
L'amante vaga senza fine tra queste tre idee:
1. Ella possiede tutte le perfezioni.
2. Ella mi ama.
3. Come fare per ottenere da lei la più grande prova d'amore possibile?
Il momento più straziante dell'amore ancor giovane è quello
in cui egli si accorge che ha fatto un falso ragionamento e che deve distruggere
tutta una parte di cristallizzazione.
Si dubita allora della cristallizzazione stessa.
III SULLA SPERANZA
Basta un piccolissimo motivo di speranza per causare la nascita dell'amore.
La speranza può anche mancare dopo due o tre giorni; l'amore è
tuttavia nato.
Con un carattere deciso, temerario, impetuoso e un'immaginazione sviluppata
dalle disgrazie della vita.
Il grado di speranza può essere più piccolo;
La speranza può cessare più presto, senza uccidere l'amore.
Se l'amante ha avuto delle disgrazie, se ha il carattere tenero e pensoso,
se dispera delle altre donne, se ha un'ammirazione viva per quella in questione,
nessun piacere comune potrà distrarlo dalla seconda cristallizzazione.
Egli preferirà sognare alla possibilità la più incerta
di piacerle un giorno, piuttosto che ricevere da una donna qualunque tutto
ciò che essa può accordare.
Egli avrebbe bisogno, in quel periodo e non più tardi, badate bene,
che la donna che ama uccidesse la sua speranza in modo atroce e lo colmasse
di quel disprezzo pubblico che divide per sempre le persone.
La nascita dell'amore ammette fra tutte queste epoche intervalli molto più
lunghi.
Essa esige molta più speranza, nella gente fredda, flemmatica, prudente,
e una speranza molto più nutrita. Lo stesso avviene con le persone
non più giovani.
Quel che rende sicura la durata dell'amore, è la seconda cristallizzazione,
durante la quale si vede ad ogni istante che il problema è essere
amato o morire. Dopo questa convinzione di tutti i minuti, resa abitudine
da parecchi mesi d'amore, come poter sopportare anche soltanto il pensiero
di cessare d'amare? Più un carattere è forte, meno è
soggetto all'incostanza.
Questa seconda cristallizzazione manca quasi del tutto negli amori ispirati
dalle donne che si arrendono troppo alla svelta.
A partire dal momento in cui l'opera delle cristallizzazioni è compiuta,
soprattutto della seconda che è di gran lunga la più forte,
gli occhi indifferenti non riconoscono più il ramo d'albero.
Poiché,1) è ornato di perfezioni o di diamanti che essi non
vedono; 2) è ornato di perfezioni che non sono tali per loro.
La perfezione di certe bellezze di cui gli parla un antico amico della sua
amata, e una certa sfumatura di vivacità scorta nei suoi occhi, sono
un diamante della cristallizzazione di Del Rosso. Queste idee intraviste
appena durante una serata, lo fanno sognare tutta una notte.
Una replica improvvisa che mi fa conoscere più chiaramente un'anima
tenera, generosa, ardente, o, come dice il popolo, romantica, capace di
mettere al di sopra della felicità dei re il semplice piacere di
passeggiare sola col suo amante a mezzanotte, in un bosco solitario, mi
fa anche sognare tutta la notte.
Egli dirà che la mia amante è una puritana; io dirò
che la sua è una prostituta.
IV
In un'anima perfettamente indifferente, una giovinetta che abiti in
un castello isolato in fondo a una campagna, il più piccolo stupore
può generare una piccola ammirazione, e, se sopravviene la più
leggera speranza, fa nascere l'amore e la cristallizzazione.
In questo caso l'amore piace in principio come cosa divertente.
Lo stupore e la speranza sono potentemente assecondati dal bisogno d'amore
e dalla malinconia che si prova a sedici anni. È abbastanza noto
che l'inquietudine di quest'età è sete d'amore, ed è
proprio della sete di non essere eccessivamente difficile sulla natura dell'abbeveraggio,
che il caso le presenta.
Ricapitoliamo le sette epoche dell'amore; esse sono:
1. L'ammirazione.
2. Che piacere ecc...
3. La speranza.
4. L'amore è nato.
5. Prima cristallizzazione.
6. Il dubbio appare.
7. Seconda cristallizzazione.
Può passare un anno tra il numero uno e il numero due.
Un mese tra il numero due e il numero tre; e se la speranza non si affretta
a venire, si rinuncia insensibilmente al numero due, come a qualcosa che
procura infelicità.
Un batter d'occhio tra il numero tre e il numero quattro.
Non c'è intervallo tra il numero quattro e il numero cinque. Non
potrebbero essere separati che dall'intimità.
Può passare qualche giorno, a seconda del grado di impulsività
e dell'abituale audacia del carattere tra i numeri cinque e sei; e non c'è
intervallo tra il sei e il sette.
V
L'uomo non è libero di non fare ciò che gli procura
più piacere di tutte le altre azioni possibili.l L'amore è
come la febbre, nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia la
più piccola parte. Ecco una delle principali differenze tra l'amore-gusto
e l'amore-passione, e non si può congratularsi delle belle qualità
di ciò che si ama, se non come di un caso fortunato. Infine, l'amore
è di tutte le età: guardate la passione di Madame du Deffand
per il poco seducente Orazio Walpole. Ci si ricorda forse ancora a Parigi
d'un esempio più recente e soprattutto più piacevole.
Io non ammetto, come prova delle grandi passioni, che quelle tra le loro
conseguenze che sono ridicole. Per esempio, la timidezza, come prova dell'amore;
non parlo naturalmente del falso pudore all'uscita dal collegio.
VI IL RAMOSCELLO DI SALISBURGO
La cristallizzazione non cessa quasi mai in amore. Ecco la sua storia:
Finché non si sta bene con ciò che si ama, si ha la cristallizzazione
a soluzione immaginaria: soltanto attraverso l'immaginazione si è
sicuri che una certa perfezione esiste nella donna che si ama. Dopo l'intimità,
i timori che rinascono senza tregua sono pacificati da soluzioni più
reali. Così la felicità è uniforme soltanto e sempre
alla sua sorgente. Ogni giorno ha un fiore diverso.
Se la donna amata cede alla passione che prova e cade nell'errore enorme
di uccidere il timore con la vivacità dei suoi slanci, la cristallizzazione
cessa un istante, ma quando l'amore perde di vivacità, cioè
di timore, acquista la grazia d'un intero abbandono, d'una confidenza senza
limiti ; una dolce abitudine viene a smussare tutte le pene della vita,
e a dare al godimento un altro tipo d'interesse.
Qualora siate piantato, la cristallizzazione ricomincia; e ogni atto d'ammirazione,
la vista di ogni gioia ch'ella può darvi e alla quale non pensavate
più, termina con questa riflessione dolorosa: "Questa felicità
così incantevole, non la riavrò mai! ed è per colpa
mia che la perdo!" Che se poi cercate la felicità in sensazioni
d'un altro tipo, il vostro cuore si rifiuta di provarle. La vostra immaginazione
vi dipinge bene la posizione fisica, vi mette facilmente su un cavallo veloce,
a caccia, nei boschi del Devonshire, ma voi vedete, voi sentite chiaramente
che non provereste alcun piacere. .Ecco l'errore d'ottica che provoca il
colpo di pistola.
Anche il gioco ha la sua cristallizzazione generata dall'impiego che si
dovrà fare della somma che si vincerà.
I giochi di corte, così rimpianti dai nobili, sotto il nome di legittimità,
erano tanto appassionanti solo per la cristallizzazione che suscitavano.
Non c'era cortigiano che non sognasse la fortuna rapida d'un Luynes o d'un
Lauzun, né donna cortese che non vedesse in prospettiva il ducato
della signora di Polignac. Nessun governo fondato sulla ragione può
ridare quella cristallizzazione. Niente è cosi antiimmaginazione
quanto il governo degli Stati Uniti d'America. Abbiamo visto che i loro
vicini, i selvaggi, non conoscevano quasi la cristallizzazione. I Romani
non ne avevano idea e non la trovavano che per l'amore fisico.
L'odio ha la sua cristallizzazione; a partire dal momento in cui si può
sperare di vendicarsi, si ricomincia ad odiare.
Se ogni fede in cui c'è dell'assurdo o del non dimostrato tende sempre
a mettere alla testa del partito le persone più assurde, questo è
ancora uno degli effetti della cristallizzazione. C'è cristallizzazione,
anche in matematica, (vedete i newtoniani del 1740) nelle teste di coloro
che non possono in ogni momento rendersi presenti tutte le parti della dimostrazione
di ciò che esse credono.
A prova di ciò guardate il destino dei grandi filosofi tedeschi la
cui immortalità tante volte proclamata, non riesce mai ad andare
oltre i trenta o quaranta anni. È solo per il fatto che non può
rendersi conto del perché dei suoi sentimenti che l'uomo più
saggio è fanatico per la musica.
Non si può con la volontà provare a se stessi che si ha ragione,
contro un certo contraddittore.
VII SULLE DIFFERENZE DI NASCITA DELL'AMORE NEI DUE SESSI
Le donne prendono attaccamento attraverso i favori. Siccome i diciannove
ventesimi dei loro sogni abituali sono relativi all'amore, dopo l'intimità,
questi sogni si raggruppano intorno ad un solo oggetto; esse si mettono
a giustificare un passo così straordinario, così decisivo,
così contrario a tutte le abitudini del pudore. Questo lavorio non
esiste negli uomini; più tardi l'immaginazione delle donne passa
minutamente in rivista e a proprio agio istanti così deliziosi.
Siccome l'amore fa dubitare delle cose più dimostrate, quella donna
che, prima dell'intimità, era sicurissima che il suo amante fosse
al di sopra del comune, non appena pensa di non aver più nulla da
rifiutargli, trema che egli non abbia cercato che una donna di più
da aggiungere alla sua lista. Allora soltanto compare la seconda cristallizzazione
che, per essere accompagnata dal timore, è di gran lunga la più
forte.
Una donna crede da regina essersi fatta schiava. Questo stato dell'anima
e dello spirito è favorito dall'eccitazione nervosa che fanno nascere
piaceri tanto più sensibili quanto più sono rari. Infine una
donna, davanti al telaio da ricamo, opera insipida e che occupa solo le
mani, pensa al suo amante, mentre questi, che galoppa nella pianura col
suo squadrone, è messo agli arresti se fa eseguire un falso movimento.
Io sarei disposto dunque a pensare che la seconda cristallizzazione è
molto più forte nelle donne perché il timore è più
vivo: la vanità e l'onore sono compromessi, o, almeno, le distrazioni
sono più difficili.
Una donna non può essere guidata da quell'abitudine ad essere razionale
che io, uomo, contraggo forzatamente nel mio ufficio, lavorando sei ore
al giorno, a cose fredde e razionali. Anche fuori dell'amore, esse sono
inclini ad abbandonarsi alla loro immaginazione, ed hanno abitualmente dell'esaltazione;
la disparizione dei difetti dell'oggetto amato deve dunque essere in loro
più rapida.
Le donne preferiscono le emozioni alla ragione; è semplicissimo:
siccome, in virtù dei nostri piatti costumi, esse non sono incaricate
di nessun affare nella famiglia, la ragione non è mai per loro di
utilità, esse non la percepiscono mai come buona per qualche cosa.
Essa invece è per loro sempre nociva, perché compare in loro
solo per sgridarle d'aver provato piaceri ieri, o per ordinar loro di non
più provarne domani.
Date a vostra moglie da sistemare i vostri affari con i fattori di due delle
vostre terre, scommetto che ella terrà i registri meglio di voi,
e allora, triste despota, avrete almeno il diritto di lamentarvi, non avendo
il talento di farvi amare. Appena le donne cominciano a fare ragionamenti
di carattere generale, esse fanno dell'amore senza accorgersene. Nei particolari
esse si piccano di essere più severe e più esatte degli uomini.
La metà del piccolo commercio è affidato alle donne, incarico
che esse assolvono meglio dei loro mariti. È massima conosciuta che
parlando d'affari con loro, la serietà non è mai troppa. Il
fatto è che esse sono sempre e ovunque avide d'emozione: pensate
ai piaceri del funerale in Scozia.
VIII
Questo era il suo regno fantastico
preferito, e qui essa edificava
i suoi aerei palazzi.
Lammermoor, I, 70
Una giovinetta di diciotto anni non ha abbastanza cristallizzazione
in suo potere, e formula desideri troppo limitati dalla poca esperienza
che ha delle cose della vita, per essere in grado di amare con altrettanta
passione di una donna di ventotto.
Stasera esponevo questa dottrina a una donna di spirito che pretende il
contrario. "Poiché l'immaginazione di una giovinetta non è
raggelata da nessuna esperienza spiacevole, e il fuoco della prima giovinezza
vi si trova in tutto il suo vigore, è possibile che a proposito di
un uomo qualunque, ella si crei un'immagine incantevole. Ogni volta ch'ella
incontrerà il suo amante, gioirà, non di ciò ch'egli
è in realtà, ma dell'immagine deliziosa che si sarà
creata. Più tardi, disingannata nei riguardi del suo amante e di
tutti gli uomini, l'esperienza della triste realtà avrà diminuito
in lei il potere della cristallizzazione, la diffidenza avrà tagliato
le ali alla sua immaginazione. A proposito di un qualunque uomo, foss'anche
un prodigio, non potrà più formarsi un'immagine altrettanto
avvincente; ella dunque non potrà più amare con lo stesso
fuoco della sua prima giovinezza. E siccome in amore non si gioisce che
dell'illusione che ci si fa, mai l'immagine ch'ella potrà crearsi
a ventotto anni avrà la brillantezza e la sublimità di quella
sulla quale era fondato il suo primo amore di sedicenne, e il secondo amore
sembrerà sempre appartenere a una categoria inferiore." "No,
Signora, la presenza della diffidenza che non esisteva a sedici anni, è
evidentemente ciò che deve dare un colore diverso a questo secondo
amore. Nella prima giovinezza, l'amore è come un fiume immenso che
trascina tutto nel suo corso e al quale si sente che non si potrebbe resistere.
Ora, un'anima appassionata la si conosce a ventotto anni; ella .sa che se
per lei c'è ancora felicità nella vita, è all'amore
che bisogna chiederla; si stabilisce in quel povero cuore agitato, una lotta
terribile tra l'amore e la diffidenza. La cristallizzazione avanza lentamente;
ma quella che esce vittoriosa da questa prova terribile, in cui l'anima
compie tutti i suoi movimenti ponendosi sempre di fronte il più spaventoso
pericolo, è mille volte più brillante e più solida
della cristallizzazione dei sedici anni, in cui per il privilegio dell'età,
tutto era gaiezza e felicità.
"L'amore deve dunque essere meno allegro e più appassionato."
Questa conversazione (Bologna, 9 marzo 1820) che contraddice un punto che
mi sembrava così chiaro, mi fa sempre più pensare che un uomo
non può dire quasi nulla di sensato su ciò che succede in
fondo al cuore di una donna sensibile; quanto a una donna leggera, è
diverso: in quel caso abbiamo anche sensi e vanità.
La non somiglianza di nascita dell'amore nei due sessi deve provenire dalla
natura della speranza che non è la stessa. L'uno attacca e l'altro
difende; l'uno domanda e l'altro rifiuta; l'uno è ardito e l'altro
molto timido.
L'uomo si dice: potrò piacerle? vorrà amarmi?
La donna: non è per scherzo che dice di amarmi? è un carattere
solido? può rispondere di sé sulla durata dei suoi sentimenti?
È così che molte donne guardano e trattano come un bambino
un giovane di ventitré anni; se però ha fatto sei campagne
tutto cambia, è un giovane eroe.
Nell'uomo la speranza dipende soltanto dalle azioni di colei che ama; niente
di più agevole da interpretare. Nelle donne la speranza deve fondarsi
su delle considerazioni morali molto difficili da apprezzare nel loro giusto
valore. La maggior parte degli uomini sollecita una prova d'amore che considera
come capace di dissipare tutti i dubbi; le donne non sono abbastanza fortunate
per poter disporre di una tale prova; ed esiste nella vita questa disgrazia,
che ciò che fa la sicurezza e la felicità di uno degli amanti,
costituisce il pericolo e quasi l'umiliazione dell'altro.
In amore, gli uomini corrono il rischio del tormento segreto dell'animo,
le donne si espongono alle facezie della gente; esse sono più timide,
e d'altra parte l'opinione pubblica conta molto per loro, poiché
sii stimata, è necessario. Esse non hanno un mezzo sicuro di dominare
l'opinione pubblica quale è quello di esporre la loro vita per un
istante.
Le donne devono dunque essere molto più diffidenti. Grazie alle loro
abitudini, tutti i movimenti intellettuali che formano le epoche della nascita
dell'amore, sono in loro più dolci, più timidi, più
lenti, meno decisi; c'è dunque più disposizione alla costanza;
esse devono rinunciare con meno facilità ad una cristallizzazione
cominciata.
Una donna, vedendo il suo amante, riflette con rapidità o si abbandona
alla felicità di amare, felicità da cui è distolta
spiacevolmente se egli accenna il più piccolo attacco, perché
allora bisogna lasciare i piaceri per correre alle difese.
Il ruolo dell'amante è più semplice; guarda gli occhi di ciò
che ama, un solo sorriso può metterlo al colmo della felicità,
ed egli cerca continuamente di ottenerlo. Un uomo è umiliato dalla
lunghezza dell'assedio; che fa invece la gloria di una donna.
Una donna è capace di amare e, in un intero anno, di non dire che
dieci o dodici parole all'uomo che ella predilige. Essa tien nota al fondo
di sé del numero di volte che lo ha visto; è andata due volte
con lui allo spettacolo, altre due volte s'è trovata a cena con lui,
egli l'ha salutata tre volte al passeggio. Una sera, in un gioco di società,
le ha baciato la mano; si nota che da quel momento ella non permette più,
per nessuna ragione e persino a rischio di apparire singolare, che le si
baci la mano.
In un uomo, questa condotta prenderebbe il nome di amore femminile, ci diceva
Leonora.
IX
Faccio tutti gli sforzi possibili per essere asciutto. Voglio imporre silenzio al mio cuore che crede di avere molte cose da dire. Tremo sempre di non aver scritto che un sospiro, quando credo di aver annotato una verità.
X ESEMPI DI CRISTALLIZZAZIONE
Come prova di cristallizzazione mi accontenterò di ricordare
il seguente aneddoto.
Una giovinetta sente dire che Edoardo, un suo parente che sta per tornare
dall'esercito, è un giovane della più grande distinzione;
le assicurano che egli l'ama per la sua reputazione; ma egli vorrà
probabilmente vederla prima di dichiararsi e di chiederla ai suoi genitori.
In chiesa ella scorge un giovane forestiero, lo sente chiamare Edoardo,
non pensa che a lui, lo ama. Otto giorni dopo arriva il vero Edoardo, non
è quello della chiesa, essa impallidisce e sarà per sempre
infelice se la obbligano a sposarlo.
Ecco ciò che i poveri di spirito chiamano una follia dell'amore.
Un uomo generoso colma una giovinetta povera dei benefici più delicati;
non si possono avere maggiori virtù delle sue e l'amore stava per
nascere, ma egli porta un cappello sformato, e lei lo vede montare a cavallo
in modo goffo; la giovinetta si dice sospirando che non può rispondere
alle premure che l'uomo le manifesta.
Un uomo fa la corte alla più onesta donna che frequenti in società;
ella viene a sapere che quel signore ha avuto dei mali fisici ridicoli:
le diviene insopportabile. E tuttavia ella non aveva mai avuto l'idea di
darsi a lui, e quei mali segreti non nuocciono per nulla al suo spirito
né alla sua amabilità.È semplicemente che la cristallizzazione
è resa da ciò impossibile.
Perché un essere umano possa occuparsi con delizia a divinizzare
un oggetto amabile sia che sia preso nella foresta delle Ardenne o al ballo
di Coulon, bisogna per prima cosa che gli sembri perfetto, non in tutti
gli aspetti possibili, ma in tutti quegli aspetti che egli vede al momento;
non gli sembrerà perfetto sotto tutti i rapporti che dopo parecchi
giorni dalla seconda cristallizzazione. È semplicissimo, basta allora
avere l'idea di una perfezione per vederla in ciò che si ama.
Si vede qui in che cosa la bellezza è necessaria alla nascita dell'amore.
Bisogna che la bruttezza non ponga ostàcolo. L'uomo che ama arriva
presto a trovare bella la sua amante così come è, senza pensare
alla vera bellezza.
I tratti che costituiscono la vera bellezza gli prometterebbero se li vedesse,
e se posso esprimermi così, una quantità di felicità
che indicherò col numero uno, ma i tratti della sua amante tali quali
sono gli promettono mille unità di gioia.
Prima della nascita dell'amore, la bellezza è necessaria come insegna;
essa predispone alla passione attraverso le lodi che si sentono rivolgere
alla persona che si amerà. Una ammirazione vivissima rende decisiva
la più piccola speranza.
Nell'amore-gusto, e forse nei primi cinque minuti dell'amore-passione, una
donna che prenda un amante tiene più conto del modo in cui le altre
donne vedono quest'uomo, che del modo in cui lo vede essa stessa.
Di qui il successo dei principi e degli ufficiali.
Le belle dame della corte del vecchio Luigi XIV erano innamorate di questo
principe.
Bisogna guardarsi bene dal presentare alla speranza delle facilitazioni,
prima di esser sicuri che vi sia dell'ammirazione. Si farebbe nascere l'insignificanza,
che rende per sempre impossibile l'amore, o almeno che non può essere
guarita se non per puntiglio d'amor-proprio.
Non si prova simpatia né per lo sciocco, né per chi sorride
a tutti; di qui la necessità di una patina di scapestratezza, in
società; è la nobiltà dei modi. Non si coglie neppure
il sorriso su una pianta troppo intristita. In amore la nostra vanità
sdegna una vittoria troppo facile, e, in nessun genere di cose, l'uomo è
portato a esagerare il prezzo di ciò che gli si offre.
XI
Una volta che la cristallizzazione sia cominciata, si gode con delizia
di ogni nuova bellezza che si scopre in ciò che si ama.
Ma cos'è la bellezza? È una nuova capacità di darvi
del piacere.
I piaceri sono diversi in ogni individuo, e spesso sono opposti: questo
spiega benissimo come ciò che è bellezza per un individuo
è bruttezza per un altro (esempio probante di Del Rosso e di Lisio,
il I° gennaio 1820).
Per scoprire la natura della bellezza, conviene ricercare qual è
la natura dei piaceri in ogni individuo; per esempio, a Del Rosso occorre
una donna che consenta qualche gesto ardito, e che, con i suoi sorrisi,
autorizzi delle cose molto spinte; una donna che, in ogni momento, abbia
come oggetto della sua immaginazione i piaceri fisici, e che ad un tempo
ecciti il tipo di galanteria proprio a Del Rosso e gli permetta di manifestarla.
Del Rosso, a quanto pare, intende per amore l'amorefisico e Lisio l'amore-passione.
Niente di più evidente che non debbano essere d'accordo sulla parola
bellezza.
Poiché la bellezza che scoprite è una nuova capacità
di darvi del piacere, e i piaceri variano come gli individui.
La cristallizzazione che si forma nella testa di ogni uomo deve avere in
sé il colore dei piaceri di quest'uomo.
La cristallizzazione dell'amante di un uomo, o la sua BELLEZZA, non è
altro che l'insieme di TUTTE LE SODDISFAZIONI di tutti i desideri che egli
ha potuto formulare successivamente nei suoi riguardi.
XII SEGUITO DELLA CRISTALLIZZAZIONE
Perché mai si gode con delizia di ogni nuova bellezza che si
scopre in ciò che si ama?
Il fatto è che ogni nuova bellezza vi dà la soddisfazione
piena e completa di un desiderio. La volete tenera, essa è tenera;
in seguito la volete fiera come l'Emilia di Corneille, e, sebbene queste
qualità siano probabilmente incompatibili, ella appare all'istante
con un'anima romana. Ecco la ragione morale per la quale l'amore è
la più forte delle passioni. Nelle altre, i desideri devono accomodarsi
alla fredda realtà; qui è la realtà che fa tutto il
possibile per modellarsi sui desideri; tra le passioni è dunque quella
in cui i desideri violenti comportano i più grandi godimenti.
Ci sono condizioni generali di felicità che estendono il loro dominio
su tutti i modi di soddisfare desideri particolari.
1. Ella sembra di vostra proprietà poiché voi solo potete
renderla felice.
2. Ella è giudice del vostro merito. Questa condizione era molto
importante nelle corti galanti e cavalleresche di Francesco I e di Enrico
II o alla elegante corte di Luigi XV. Sotto un governo costituzionale e
che si regola sulla ragione, le donne perdono interamente questa sfera d'influenza.
3. Per i cuori romantici, più ella avrà l'animo sublime, più
saranno celesti e liberi dal fango di ogni considerazione volgare, i piaceri
che troverete nelle sue braccia.
La maggior parte dei giovani francesi di diciotto anni è allieva
di J.-J. Rousseau; questa è una condizione di felicità importante
per loro.
In mezzo ad operazioni così deludenti per il desiderio della felicità,
la testa si smarrisce.
Dal momento in cui ama, l'uomo più saggio non vede più nessun
oggetto così com'è. Egli esagera nel diminuirsi i suoi stessi
vantaggi, e nell'aumentare i più piccoli pregi dell'oggetto amato.
I timori e le speranze prendono all'istante qualcosa di romantico (di capriccioso).
Non attribuisce più niente al caso; perde il senso della probabilità;
una cosa immaginata è una cosa esistente per l'effetto che ha sulla
sua felicità.
Un segno terribile che la testa si smarrisce, è che pensando a qualche
piccolo fatto, difficile da analizzare, voi lo vedete bianco, e lo interpretate
in favore del vostro amore; un istante dopo vi accorgete che in effetti
era nero, ma lo trovate ancora capace di concludere in favore del vostro
amore. È allora che un animo in preda ad incertezze mortali sente
vivamente il bisogno d'un amico; ma per un amante non ci sono più
amici. Questo era noto a corte. Da qui la fonte del solo genere d'indiscrezione
che una donna delicata possa perdonare.
XIII SUL PRIMO PASSO, SUL GRAN MONDO, SULLE SOFFERENZE
Ciò che più stupisce nella passione d'amore, è
il primo passo, è la stranezza del cambiamento che si opera nella
testa di un uomo.
Il gran mondo, con le sue feste brillanti, serve all'amore in quanto favorisce
questo primo passo.
Comincia col cambiare l'ammirazione semplice (n. 1) in ammirazione tenera
(n. 2): Quale piacere darle baci ecc...
Un valzer veloce, in un salone illuminato da mille candele, getta nei giovani
cuori un'ebbrezza che fa sparire ogni timidezza, aumenta la coscienza delle
proprie forze e dà loro infine l'audacia d'amare. Poiché vedere
un oggetto molto amabile non basta; al contrario, l'estrema amabilità
scoraggia le anime tenere, bisogna vederlo, se non innamorato, almeno spoglio
della sua maestà.
Chi s'azzarda a innamorarsi di una regina, a meno che ella non faccia delle
"avances"?
Niente dunque è più favorevole alla nascita dell'amore, di
una solitudine noiosa mista a qualche ballo raro e a lungo desiderato; è
questo il modo di procedere delle buone madri di famiglia che hanno delle
figlie.
Il vero gran mondo quale lo si trovava alla corte di Francia, e che io credo
non esista più a partire dal 1780, era poco favorevole all'amore,
in quanto rendeva impossibili la solitudine e il tempo libero, indispensabili
per il lavoro delle cristallizzazioni.
La vita di corte abitua a vedere e a obbedire a un gran numero di sfumature,
e la più piccola sfumatura può essere l'inizio d'una ammirazione
e d'una passione. Quando le sofferenze tipiche dell'amore sono mescolate
ad altre sofferenze (dispiaceri di vanità, se la vostra amante offende
il vostro. legittimo orgoglio, i vostri sentimenti d'onore e di dignità
personale; guai di salute, di denaro, di persecuzione politica ecc.), solo
in apparenza l'amore è accresciuto da questi contrattempi; siccome
occupano l'immaginazione con altre cose, essi impediscono, nell'amore che
spera, le cristallizzazioni, e nell'amore felice, la nascita dei piccoli
dubbi. La dolcezza dell'amore e la sua follia tornano quando quei dispiaceri
sono spariti.
È da notare che le sofferenze favoriscono la nascita dell'amore nei
caratteri leggeri o insensibili; e che dopo la sua nascita, se i guai sono
anteriori, favoriscono l'amore per il fatto che l'immaginazione, disgustata
dalle altre circostanze della vita che forniscono solo immagini tristi,
si getta tutta intera ad operare la cristallizzazione.
XIV
Ecco un effetto che mi sarà contestato, ma che io indico solo
agli uomini, dirò, abbastanza infelici da aver amato con passione
per lunghi anni, e d'un amore contrastato da ostacoli invincibili.
La vista di ciò che è estremamente bello, nella natura e nell'arte,
richiama il ricordo dell'oggetto amato con la rapidità del lampo.
Il fatto è che, per il meccanismo del ramoscello guarnito di diamanti
nella miniera di Salisburgo, tutto ciò che al mondo è bello
e sublime fa parte della bellezza dell'oggetto amato, e questo apparire
imprevisto della felicità riempie all'istante gli occhi di lacrime.
È così che l'amore del bello e l'amore si danno scambievolmente
vita.
Una delle infelicità della vita, è che la gioia di vedere
l'oggetto amato e di parlargli non lascia ricordi distinti. L'animo è
a quel che pare troppo turbato dalle sue emozioni, per essere attento a
ciò che le produce o a ciò che le accompagna. Esso è
la sensazione stessa. È forse perché quelle gioie non possono
essere logorate dal fatto di essere richiamate alla mente quando si voglia
che si rinnovino con tanta forza, non appena qualche oggetto viene a trarci
dal sogno consacrato alla donna che amiamo e a ricordarcela più vivamente
sotto qualche nuovo aspetto.
Un asciutto anziano architetto la incontrava tutte le sere in società.
Trascinato dalla mia indole e senza fare attenzione a ciò che le
dicevo, un giorno gliene feci un elogio tenero e pomposo, e lei si prese
gioco di me. Non ebbi la forza di dirle: Vi vede ogni sera.
Questa sensazione è così forte che si estende persino alla
persona della mia nemica che le è continuamente vicina. Quando la
vedo, essa mi fa tanto pensare a Leonora, che in quel momento non posso
odiarla per quanti sforzi io faccia.
Si direbbe che per una strana bizzarria del cuore, la donna amata comunichi
più fascino di quanto non ne possegga. La visione della città
lontana, ove la si vide un momento, getta in una fantasticheria più
dolce e più profonda che non la sua stessa presenza. È l'effetto
della severità.
Il sogno d'amore non può essere descritto. Noto che posso rileggere
un buon romanzo ogni tre anni con lo stesso piacere. Esso mi suscita dei
sentimenti conformi al genere di tendenza amorosa che mi domina al momento,
o mi procura della varietà nelle idee se non sento niente. Posso
anche ascoltare con piacere la stessa musica, ma non bisogna che la memoria
entri nel gioco. È unicamente l'immaginazione che deve essere coinvolta;
se un'opera piace di più alla ventesima rappresentazione, è
perché si capisce meglio la musica, o perché ci richiama la
sensazione del primo giorno.
Quanto ai nuovi punti di vista che un romanzo suggerisce per la conoscenza
del cuore umano, io mi ricordo molto bene i precedenti; mi piace anche trovarli
annotati in margine. Ma questo genere di piacere si applica ai romanzi in
quanto capaci di farmi avanzare sulla via della conoscenza dell'uomo, ma
non si applica per nulla alla fantasticheria che è il vero piacere
del romanzo. Tale fantasticheria non è descrivibile. Descriverla,
è ucciderla per il presente, poiché, si cade nell'analisi
filosofica del piacere; è ucciderla ancora più sicuramente
per l'avvenire poiché niente paralizza l'immaginazione quanto l'appello
alla memoria. Se trovo in margine una nota che dipinge una mia sensazione
mentre leggevo Old Mortality a Firenze, tre anni fa, subito io sono immerso
nella storia della mia vita, nella valutazione del grado di felicità
nelle due epoche, nella più alta filosofia, in una parola, e addio
per un bel pezzo all'abbandono delle sensazioni tenere.
Ogni grande poeta che abbia un'immaginazione viva è timido, teme
cioè gli uomini per le interruzioni e i turbamenti che possono apportare
ai suoi sogni deliziosi. È per la sua concentrazione che trema. Gli
uomini, con i loro interessi grossolani, vengono a trarlo dai giardini d'Armida,
per spingerlo in un pantano fetido, e non possono renderlo attento alle
loro cose che irritandolo. È per l'abitudine di nutrire la sua anima
di sogni commoventi, e per il suo orrore per tutto ciò che è
comune, che un grande artista è così vicino all'amore.
Più un uomo è un grande artista, più egli deve desiderare
i titoli e le decorazioni come difesa.
XV
Al culmine della passione più violenta e più contrastata,
si incontrano momenti in cui si crede tutto ad un tratto di non amare più;
è come una sorgente d'acqua dolce in mezzo al mare. Non si prova
quasi più piacere nel pensare alla propria amante; e, per quanto
umiliati dai modi severi di lei, si è ancora più infelici
di non interessarsi più a nulla nella vita. Il vuoto più triste
e scoraggiante prende il posto di uno stato d'animo senza dubbio pieno di
agitazione, ma che presentava tutta la natura sotto un aspetto nuovo, appassionato,
interessante.
Il fatto è che l'ultima visita che avete fatto all'oggetto del vostro
amore vi ha messo in una posizione nella quale un'altra volta, la vostra
immaginazione ha mietuto tutto ciò che essa può offrire quanto
a sensazioni. Per esempio, dopo un periodo di freddezza, ella vi tratta
meno duramente e vi lascia concepire lo stesso grado di speranza, e con
le stesse manifestazioni esteriori, che in un'altra epoca; tutto ciò
forse senza ch'ella se ne avveda. Poiché l'immaginazione trova sul
suo cammino la memoria e i suoi tristi avvisi, la cristallizzazione cessa
immediatamente.
XVI
In un porticciolo di cui ignoro il nome, presso Perpignano. 25 febbraio 1822.
Ho sentito giusto stasera che la musica, quando è perfetta
mette il cuore nella stessa situazione esatta in cui si trova quando gode
della presenza dell'oggetto amato; cioè essa dà evidentemente
la felicità più viva che esista su questa terra. Se questo
succedesse per tutti gli uomini, niente al mondo predisporrebbe di più
all'amore.
Ma ho già scritto a Napoli, l'anno scorso, che la musica perfetta
come la pantomima perfetta, mi fa pensare a ciò che forma attualmente
l'oggetto dei miei sogni, e mi suscita delle idee eccellenti; a Napoli,
era sul mezzo per armare i Greci.
Ora, stasera, non posso nascondermi che ho la disgrazia di essere un troppo
grande ammiratore di milady L.
Forse la musica perfetta che ho avuto la fortuna di ascoltare, dopo due
o tre mesi di privazione, sebbene io andassi tutte le sere all'opéra,
ha prodotto semplicemente e soltanto il suo effetto già precedentemente
riconosciuto, voglio dire quello di far pensare vivamente all'oggetto amato.
4 marzo, otto giorni dopo
Non oso né cancellare né approvare l'osservazione precedente.
È sicuro che quando la scrivevo, la leggevo nel mio cuore. Se la
metto in dubbio oggi, può ben essere che abbia perduto il ricordo
di quel che vedevo allora.
L'abitudine alla musica e alla fantasticheria che essa suscita predispone
all'amore. Un'aria tenera e triste, purché non sia troppo drammatica,
e l'immaginazione non sia obbligata a raffigurarsi l'azione, eccitando puramente
al sogno d'amore, è deliziosa per le anime tenere e infelici: per
esempio il tratto prolungato del clarinetto, all'inizio del quartetto di
Bianca e Faliero e il racconto della Camporesi verso la metà del
quartetto.
L'amante in accordo con l'oggetto amato, gode con trasporto del famoso duetto
di Armida e Rinaldo di Rossini che dipinge così bene i piccoli dubbi
dell'amore felice, e i momenti deliziosi che fanno seguito alle rappacificazioni.
Il brano strumentale che è al centro del duetto, nel momento in cui
Rinaldo vuole fuggire, e che rappresenta in modo così straordinario
il conflitto delle passioni, gli sembra avere un'influenza fisica sul suo
cuore, e toccarlo realmente. Non oso dire ciò che io sento al riguardo;
passerei per pazzo presso la gente del Nord.
XVII LA BELLEZZA DETRONIZZATA DALL'AMORE
Alberico incontra in un palco una donna più bella della sua
amante: supplico che mi si permetta una valutazione matematica, una donna
cioè i cui lineamenti promettano tre unità di felicità
invece di due (suppongo che la bellezza perfetta dia una quantità
di felicità espressa dal numero quattro).
È forse straordinario ch'egli preferisca loro i lineamenti della
sua amante, che gli promettono cento unità di felicità? Anche
i piccoli difetti del suo viso, un segno di vaiolo, per esempio, inteneriscono
l'uomo che ama e lo gettano in una fantasticheria profonda quando li vede
in un'altra donna; che avverrà dunque con la sua amante? Egli, invero,
ha provato mille sentimenti alla presenza di questo segno di vaiolo, questi
sentimenti sono per la maggior parte deliziosi, tutti del più alto
interesse, e, comunque siano, si rinnovano con una incredibile vivacità,
alla vista di quel segno, anche se scorto sul viso di un'altra donna.
Se si giunge così a preferire e ad'amare la bruttezza, è che
in questo caso la bruttezza è beltà. Un uomo amava con passione
una donna molto magra e segnata dal vaiolo; la morte gliela rapì.
Tre anni dopo, a Roma, ammesso a frequentare due signore, una più
bella del giorno, l'altra magra, segnata dal vaiolo e per questo, se volete,
abbastanza brutta; in capo ad otto giorni che egli impiega a cancellare
la bruttezza di lei con i propri ricordi, io lo vedo amare quella brutta;
e con una civetteria ben perdonabile, ella, la meno bella, non mancò
di aiutarlo, frustandogli un po' il sangue, cosa utile a questa operazione.
Un uomo incontra una donna ed è colpito dalla sua bruttezza; presto,
se ella non ha pretese, la sua fisionomia gli fa dimenticare i difetti dei
suoi lineamenti, la trova gradevole e si fa un'idea della possibilità
di amarla; otto giorni dopo ha delle speranze, dopo altri otto giorni gli
vengono tolte, dopo ancora altri otto giorni è pazzo.